Data/Ora
Date(s) - 13/10/2010 - 20/10/2010
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Palazzo dei Congressi
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Abstract di presentazione: Chi ha avuto per qualsiasi motivo occasione di fermarsi a Riccione non può non aver notato passeggiando per le vie della città quell’accattivante gusto retrò che si respira. Vi è un periodo storico che più di altri ha caratterizzato lo sviluppo della città lasciando testimonianze del passaggio di un vento liberty nell’architettura degli edifici. Un bel libro pubblicato da un giovane autore del luogo (”Una Stagione del Liberty a Riccione” di Andrea Speziali – edizioni Maggioli) offre una precisa descrizione di questo passaggio e della positiva influenza artistica che ha avuto in questa città la presenza del poliedrico e geniale architetto Mario Mirko Vucetich. Lo sguardo del collezionista troverà tra le pagine un’ampia raccolta di cartoline che da sole raccontano più delle parole la trasformazione di un paese che sa e vuole vivere il suo tempo. La creazione di nuovi edifici diverranno luoghi di aggregazione e cultura e le molte piccole costruzioni “villini”che fanno bella mostra di sé sulle cartoline, creati e utilizzati dalle famiglie benestanti del luogo nel tempo si trasformeranno in accoglienti ed ospitali alberghi.
E’ in omaggio all’espressione artistica dell’Art Nouveau della Riccione di questo periodo che l’organizzatore del Convegno Filatelico Numismatico di Riccione ha voluto dedicare l’annullo speciale di Poste Italiane inserendo l’elemento forse più rappresentativo, un particolare della bellissima Villa Antolini.
Chi era Mirko Vucetich?
Lo racconta Andrea Speziali, unico studioso ad aver approfondito l’artista e le sue opere.
Mirko Vucetich, nato da Giovanni e Francesca Cappelli il 9 gennaio del 1898 a Bologna, dove il padre era un funzionario delle Ferrovie, compì i suoi studi in quella città e successivamente a Napoli, in seguito al trasferimento del capofamiglia per motivi di lavoro nella città partenopea; qui nel 1917, conseguì presso l’Accademia di Belle Arti il titolo di Professore di Disegno architettonico. Nel giugno del 1919 fu assunto come architetto presso il Comune di Gorizia e in quella città si accostò al Futurismo: nell’ottobre del 1919 infatti insieme a Pocarini costituisce il “Movimento futurista giuliano”, il cui manifesto programmatico fu pubblicato ne “L’Eco dell’Isonzo (11-10 19) e in “Roma futurista” (19-10-19).
Nel 1920 infatti fu trasferito con la stessa qualifica di architetto al Ministero Terre Liberate, con sede a Vittorio Veneto, ma nel 1921, in seguito allo scioglimento del Ministero, inizia la libera professione a Bologna e Venezia e poi a Roma, dove si trasferisce nel 1922. Nella capitale, nel 1923, risulta vincitore tra i concorrenti dell’Emilia del Pensionato Art. Naz. nel ramo Decorazione, nel 1925 nel ramo Architettura. Costruzioni da lui progettate in questi anni vengono realizzate a Bologna , Venezia e a Riccione , dove gli innovativi caratteri compositivi adottati per villa Antolini fanno di questo edificio un esemplare di pregevole qualità architettonica, che spicca nel confronto con le costruzioni coeve della località.
Nel 1928, dopo aver vinto il concorso Curlandesi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna sul tema “Padiglione per Mostra Coloniale”. Nel maggio del 1929 si trasferisce in America del Nord e risiede a New York, dove svolse attività di scultore, arredatore, architetto, scenografo: nel 1930 come aiuto regista e direttore all’allestimento collabora con Henry Dreyfuss al Forhtysecond Street Theatre, nel 1931 svolge le stesse mansioni al Roxy Theatre; sue sculture sono al Museum di Brooklin e in collezioni private. Sempre nella cittadina divenne caro amico del noto illustratore Alberto Vargas con in quale affrescò una casa di bordelli. Nel 1932 ritorna in Italia e si stabilisce a Roma, dove continua la sua multiforme attività: partecipa talora come attore, altre come scenografo, costumista o regista a un centinaio di spettacoli allestiti dalle migliori compagnie dell’epoca. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale lascia il suo studio romano di Valle Giulia e si reca a Siena, dove lavora per l’Accademia Chigiana: al conte Chigi Serafini, suo amico, aveva promesso un San Francesco e un San Bernardino più grande del vero; realizzò le due statue per la chiesa di San Francesco e la basilica dell’Osservanza. Avendo perso nel frattempo, per cavilli giuridici, lo studio di Roma, si reca a Vicenza, dove appoggiandosi ad alcuni amici, può attendere che le acque della pace si distendano, per poi diventare vicentino d’elezione, visto che a Vicenza fissa la sua dimora.
L’interesse di Vucetich per la storia e l’impegno a tenerne vivo l’insegnamento, da spirito libero, non iscritto a nessun partito, ma da uomo mite e generoso sono testimoniati anche dalla sua attività di scrittore; è del 1968 infatti la poesia “De profundis di Buchenwald”, che nel sottotitolo contiene la dedica “agli ex internati e a sei milioni di ebrei”.
Il vulcanico artista ha spaziato nei suoi interessi artistici proprio a 365°: è stato infatti anche pubblicista, iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1950 e collaboratore di vari giornali, poeta e traduttore dal francese (antico e moderno) per la Rizzoli, dallo spagnolo e dall’inglese, critico oltre che autore teatrale.
Nel 1954 ha ideato, scrivendo anche il testo teatrale, La partita a scacchi per la piazza medievale di Marostica (Vicenza). Anche in quella occasione ha messo in campo tutta la sua creatività artistica e le sue poliedriche competenze: è stato figurinista, fabbro per le armi, musicante, oltre che regista e coreografo, riuscendo a dare una straordinaria fisionomia a uno spettacolo composito, che era insieme commedia e torneo. D’altra parte la geniale versatilità dell’artista è emersa anche in altre occasioni, come quando, per esempio, ha saputo coniugarsi con l’ ingegno multiforme, fantasioso e grottesco, della penna di C. E. Gadda, di cui, nel 1952, ha illustrato con 25 xilografie il volume Il primo libro delle favole.
Quando l’artista muore a Vicenza, il 6 marzo 1975, molti riconoscimenti nei diversi ambiti in cui si è messo alla prova hanno già scandito le tappe del suo percorso artistico.
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Biografia:
”A. Speziali, Una Stagione del Liberty a Riccione, Maggioli editore, Santarcangelo 2010”
”A. Speziali, Villa Antolini a Riccione, Lulu editore, New York 2005”
http://andreaspeziali.blogspot.com/2010/03/mario-mirko-vucetich.html
La mostra è in concomitanza con il Congresso Nazionale di Giovani Psichiatri provenienti da tutta Italia.