Partnership tra Italia Liberty e Google Arts & Culture
ITALIA LIBERTY insieme a Google Arts & Culture porta online quattro Musei e la Collezione Pozza-Breganze
Disponibili su https://artsandculture.google.com/partner/italialiberty oltre 3.500 opere, immagini Street View del percorso di visita di ville e palazzi Art Nouveau nel mondo e mostre d’arte.
L’Associazione culturale nazionale ITALIA LIBERTY entra a far parte di Google Arts & Culture, la piattaforma tecnologica sviluppata da Google per promuovere e preservare la cultura online, con una Collezione digitale di 3.500 opere in costante aumento.
La Collezione digitale
La prima fase dei lavori ha portato alla digitalizzazione di 3.500 proprietà artistiche, a cui si aggiungeranno, nel corso dei prossimi mesi, tutte le restanti opere delle Collezioni Pozza-Breganze a Vicenza, Roberto Parenti a Sogliano al Rubicone e dell’associazione Italia Liberty composta da proprietà artistiche provenienti anche dai suoi associati.
Tra le più significative già online del periodo Art Nouveau: Alessandro Mazzucotelli, Portafiori con draghi (1915), Giuseppe Sommaruga, L’Architettura di Giuseppe Sommaruga, tavole di edifici (1900), Gustav Klimt, Ritratto di signora (1917) e il ritratto rubato alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, Silvio Gambini, Ferri battuti Liberty (1900), Hector Guimard, Tavole illustrate Castel Bèranger (1898), Achille Calzi, Orologio con pavone (1905), Fratelli Somazzi, Grand Hotel Rimini (1906), Enrico Macchiavello, Progetti del Kursaal di Rapallo (1900), Alphonse Mucha, Manifesti pubblicitari (1900), Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, Villa Zanelli a Savona (1911), Carlo Casaltoli, Illustrazioni per la rivista Scena Illustrata (1900), Marcello Dudovich, Alfredo Baruffi, Luigi Bompard, Augusto Majani e Aleardo Terzi, Illustrazioni per Novissima, Albo d’arti e lettere (1901-1910), Alphonse Mucha, Le pater (1898), Alexandre Charpentier, Decorazione in piastrelle smaltite per bagno (1906), Leopoldo Melticovitz, Esposizione Internazionale di Milano (1906), Eugène Grasset, Inquietude (1897), Marcel Lenoir, Invocation (1898), Henri Jules Ferdinand Bellery-Defonaines , L’Enigma (1898), Henri Riviere, Le Bourg des Perros-Guiree (1896), Giovanni Maria Mataloni, Liberalitas (1908), Adolfo Hohenstein, Manifesto Monte Carlo (1900), Plinio Nomellini, Libellula (1905), Emil Hoppe, Chiesa (1902), Adolfo De Carolis, Villa Castelli Montano a Giulianova (1910), Marcello Dudovich, Zenit (1911).
Futurismo: Mario Mirko Vucetich, Figure in movimento: Ballerina e Sombrero (1915), Mario Mirko Vucetich, La città nuova (1917), Ivanhoe Gambini, Velocità (1936), Ivanhoe Gambini, Manifattura tessuti di cotone (1930), Ivanhoe Gambini, La Vena d’Oro (1934), Ivanhoe Gambini, Campionato bustese bocciofilo (1934), Ivanhoe Gambini, Notturno (1930), Silvio Gambini, La casa del Sole (1929).
Arte moderna: Mario Mirko Vucetich, le inedite Tavole illustrate della Partita a Scacchi di Marostica (1955), Mario Mirko Vucetich, Ettore e Andromaca (1953), Mario Mirko Vucetich, Ritratto di Massimo Bontempelli (1933), Mario Mirko Vucetich, La Pietà (1940), Mario Mirko Vucetich, Studi per il Crocifisso del Tempio votivo di San Gaetano in Terranegra (1953), Nino Bertocchi, Ritratto di Mirko Vucetich (1924), Arturo Noci, Ritratto di Mirko Vucetich (1930), Arturo Martini, Composizione (1930), Francesco Messina, Ballerina (1970), Corrà, Caricatura di Filippo Tommaso Marinetti (1935), Matteo Focaccia, Villa Righini a Cervia (1935), Neri Pozza, Rovine di Vicenza (1964), Sergio Tofano, Teatri stabili (1940), Carlo Emilio Gadda, Il Primo libro delle Favole (1952),
Arte contemporanea: Leonardo Ercolano, modellino in bassorilievo di Villa Zanelli a Savona (2014), Elio Pastore, Evelyn (2017), Elio Pastore, Il filo di perle (2015), Jovanovic Dusan, Natura morta (1990), Andrea Speziali, Totem Riccione (2012) esposto alla 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Andrea Speziali, Luna marina (2010), Andrea Speziali, Stato di incoscienza (2009), Andrea Speziali, I Camaleonti (2011).
La visita virtuale con Street View
Utilizzando la tecnologia di Google Street View sarà possibile effettuare un tour virtuale a 360° gradi del percorso di visita nei musei del Disco d’Epoca e Arte Povera all’interno di Palazzo Ripa-Marcosanti a Sogliano al Rubicone; museo Vucetich nel trecentesco Castello di Marostica e il primo museo del Liberty da erigersi nella torre medioevale a Sarnico, città notoriamente votata all’Art Nouveau per le incantevoli architetture di ville, asilo e mausoleo progettati da Giuseppe Sommaruga. Le sedi museali sono dirette da Andrea Speziali, noto esperto dell’arte Liberty nel Paese e Presidente dell’associazione Italia Liberty.
Attraverso la piattaforma è possibile partecipare ai percorsi esclusivi da intraprendere sia in virtualmente che fisicamente all’interno di fascinose dimore Art Nouveau più belle d’Europa.
Tra queste: Casa Batllò, La Pedrera e Sagrada Familia a Bacelona, la Stazione ferroviaria di Valencia, Hotel Tassell a Bruxelles progettato da Victor Horta, villa Zanelli a Savona, villa Ximenes a Roma, villa Carosio a Baveno, villa Ducloz a Lucca, Palazzo Castiglioni a Milano, complesso del Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese, Terme del Corallo a Livorno, villa San Donnino a Modena, villa Margherita al Lido di Venezia, Casinò a Costanza (Romania), Majolikahaus a Vienna e gli edifici di Jules Lavirotte a Parigi. Il percorso permette di apprezzare le opere architettoniche più significative ripercorrendo alcuni momenti fondamentali della storia dello stile floreale di fine Ottocento inizi Novecento attraverso un censimento digitale di immobili Art Nouveau in tutto il mondo. Si aggiungono ai contenuti nel sito le città romagnole: Cattolica, Riccione, Rimini, Forlì, Cesena, Ravenna e comuni limitrofi.
Le Mostre digitali
Nella sezione di Google Cultural Institute sono presenti le mostre digitali allestite in sedi italiane e straniere come la mostra monografica su Alphonse Mucha al Vittoriano a Roma, le mostre di Adolfo Wildt, Giovanni Boldini, Liberty, Art Déco, Novecento e Ulisse: arte e mito allestite nel complesso dei Musei San Domenico di Forlì, mostre d’arte contemporanee ai Magazzini del Sale a Cervia, le esposizioni al Foyer del Teatro Amintore Galli a Rimini e soprattutto nei quattro musei promossi dall’associazione Italia Liberty: Arte Povera, Disco d’Epoca, Vucetich e Liberty. Un patrimonio artistico di migliaia di opere d’arte che ha stupito grandi storici dell’arte come Antonio Paolucci, direttore emerito dei Musei Vaticani, che ha definito il Museo di Arte Povera a Sogliano al Rubicone una piccola Biblioteca Malatestiana.
Ne prossimi mesi sarà pubblicata una esposizione digitale con le opere che hanno dato vita al movimento “CoronArte”, forma artistica nata ai tempi del virus Covid-19.
Vi è anche una sezione online dedicata al mondo URBEX con luoghi abbandonati di difficile accesso, mostra a cura di Ascosi Lasciti.
L’urbex è un movimento non ancora codificato che mescola tratti distintivi di altre discipline artistiche e non. Il medium per eccellenza è la fotografia, inteso sia come mezzo espressivo, che nella sua accezione documentativa. Stesso discorso vale per il video, seppure meno utilizzato. Altra caratteristica fondamentale è l’esperienza diretta, che fonde elementi mutuati dall’archeologia con altri che si rifanno al mito del superuomo, del guerriero e del mistico, nell’accezione Dannunziana, dove l’eroe si fa beffe delle leggi dell’uomo, per il raggiungimento di uno scopo superiore. E lo scopo è la rovina, quella descritta da Simmel, con tutte le sue contraddizioni e la sua estetica nichilista, in cui la figura dell’esploratore diventa parte integrante dell’opera e dell’esperienza artistica. Il progetto Ascosi Lasciti ha quindi la pretesa di mostrare, documentare e far esperire l’enorme patrimonio abbandonato italiano. Questa sezione sarà un viaggio nella decadenza del nostro tempo, attraverso le fotografie dei nostri artisti.
L’associazione Italia Liberty è attualmente impegnata a seguire il recupero di alcuni edifici Liberty in Italia e all’estero. La forza propulsiva del team ha già portato alla salvaguardia di ville private in alcune località balneari della Romagna e punta al recupero di villa Zanelli a Savona; Castello Sammezzano in Toscana, La colonia Bolognese a Rimini con il progetto di adibirla a spazi museali, istruzione e fitness; e il Casinò a Costanza che potrebbe vedere l’inizio del cantiere tra pochi mesi.
La Collezione Pozza-Breganze
Sono protagonisti i fratelli Mariagrazia e Maurizio Breganze che da anni custodiscono un tesoro della cultura italiana nel cuore e nelle proprie case. Oggi con l’energia propulsiva del critico Andrea Speziali questo tesoro è venuto alla luce del pubblico su Google Arts & Culture, in un secondo momento, a luglio con la pubblicazione “Mario Mirko Vucetich (1898-1975). Dal Futurismo al Novecento”, Silvana editoriale e infine con l’ampliamento del Museo Vucetich dove fruire dal vivo le opere.
All’attuale collezione si lega il cognome di Pozza. Il celebre editore accolse nella città di Vicenza l’artista Mario Mirko Vucetich, un giovane pieno di entusiasmo e ruggito per varcare ogni soglia. Grazie a Neri Pozza l’artista dalle origini dalmate con la forza del passaparola divenne noto nei meandri dei teatri, caffè, centri culturali e istituzioni di ogni ordine e grado. I legami privati indussero a conservare tra le opere di artisti come De Pisis, De Chirico, Corazza, Boccioni, Bertocchi anche incisioni di Neri Pozza. Egli oltre che editore di libri eminentemente di carattere artistico si cimentò fin da giovane come incisore a punta secca, (memorabili sono le molteplici vedute di Vicenza) che continuò, stimolato dalla critica oltre che dal mercato, fino a che rimase in vita. La collezione contempla alcune vedute di Vicenza e altre di carattere paesaggistico deliziose nella loro semplicità a cui fanno seguito quelle astratte, caratterizzate da una alternanza di chiaro-scuri, accolte favorevolmente dalla critica. Infine una rarità: si tratta incisione? non a punta secca ma a inchiostro di china assolutamente sconosciuta sia ai critici che al grande pubblico! Raffigurante un paesaggio dei nostri colli Berici.
Circa le opere di Filippo De Pisis si tratta di dipinti a olio acquistati direttamente dal Pozza durante la guerra, raffiguranti un fagiano appeso e altri da fiori; gli altri dipinti della sua collezione sono stati donati al museo civico di Vicenza.
Museo di Arte Povera
Il Museo di Arte Povera a Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, è stato istituito negli anni Duemila all’interno del settecentesco Palazzo Ripa-Marcosanti. Sono oltre mille proprietà artistiche: è tutta arte erroneamente definita secondaria, e che a fine Ottocento e inizi Novecento occupava la raffigurazione delle cartoline postali nonché dei giornali che in quel periodo trattavano di arte.
La stampa in cromolitografia (cromocolore, lithopietra, grafiastampa), raffigurava una bellezza che era nei sogni di tutte le fasce sociali. Non ci si può che stupire se in un semplicissimo cartoncino – praticamente una cartolina postale -, sia raffigurato un magnifico disegno di Mucha, Klimt, Kiernerk, Grasset, Dudovich, Vucetich, Cambellotti, Kirkner e tanti altri.
Un altro settore del Museo di Arte povera è quello dei libri confezionati ad arte: qui possono ammirare dei fac-simili. Il pubblico rimane estasiato dinnanzi alla bellezza e all’unicità di questi due volumi d’arte la cui copertina è un pezzo di marmo di Carrara scolpito. Qui si raccontano, in uno l’opera del Canova, nell’altro quella del Michelangelo.
A differenza della maggior parte dei musei internazionali, quello di Arte Povera permette la consultazione da parte del visitatore dei documenti in esposizione a guanti bianchi. Un emozionate viaggio a ritroso nel tempo sotto la guida esperta di Roberto Parenti, direttore scientifico e anima principale che ha donato identità – con opere d’arte di sua proprietà -, a questo sogno fiabesco tra le mura di un palazzo, che conserva inestimabili capolavori dell’arte internazionale.
Museo del Disco d’Epoca
Il Museo del Disco d’Epoca a Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, è stato istituito negli anni Ottanta all’interno della fascinosa cornice del settecentesco Palazzo Ripa-Marcosanti. Il Museo racconta la storia della registrazione sonora, partendo dalla prima incisione su un cilindro in cera (1896), fino ad arrivare alla tecnologia dei nostri giorni. In questo itinerario lungo più di cento anni si evince l’evoluzione della registrazione sonora. Si pensi che sono stati realizzati dei dischi da 50 centimetri di diametro, che non comprendono solo registrazioni di canzoni o musica. All’inizio del 1900 infatti è stato istituito un settore culturale dove venivano immortalate sul disco le voci dei personaggi storici che oggi ricordiamo. Un esempio. In un disco risalente al 1900 si può ascoltare la voce di Umberto Primo, che parla a un piccolo esercito in partenza per la Cina. Nel Ventennio le voci più importanti del periodo sono state registrate con l’etichetta di Stato, e raccolte secondo un criterio d’individuazione dei discorsi più importanti dei politici del periodo. Vi sono anche quattro dischi originali del 1934 dove è registrata la canonizzazione di Giovanni Bosco. Sempre tra i meandri del Museo del Disco d’Epoca si può anche ascoltare un disco-picture del 1947, disco disegnato da Pablo Piacasso. Si potrebbe scrivere un’enciclopedia di tutte le particolarità preziose che il museo custodisce. L’unico modo per conoscerle davvero è fare tappa di persona e immergersi in questo regno della conservazione del suono.
Museo Vucetich
All’interno della fascinosa cornice del trecentesco castello di Marostica, di fronte alla Piazza degli Scacchi, al primo piano sorge una sala affrescata in cui ammirare le opere dell’artista Mario Mirko Vucetich. Lo stesso autore della celebre “Partita a Scacchi a personaggi viventi” che oggi, dagli anni Cinquanta, a cadenza biennale, si inscena nella piazza centrale di Marostica con una ruggente scenografia che coinvolge pubblico da ogni parte del mondo.
Museo Vucetich è sinonimo di bellezza, fascino e storia. L’artista Mario Mirko Vucetich, oltre a far traghettare il nome di Marostica in tutto il mondo, realizzando una regia di uno spettacolo immortale, curandone ogni dettaglio con passione e dedizione (che sia il bottone di un abito, la vite di una torretta o l’arrangiamento di una musica), è riuscito a donare anche un’identità al luogo affrescando i saloni del castello, modellando ritratti in terracotta e progettando edifici. Nel castello è possibile fruire oltre alle sculture – tra le più celebri il Cristo in terracotta -, i disegni e gli abiti originali dell’epoca della prima edizione della Partita a Scacchi, assieme ai bozzetti acquarellati su carta e manoscritti.
Un viaggio a ritroso nel tempo dove riscoprire in un sito antico, intriso di storia e leggende, la bellezza delle sculture, dei disegni, affreschi e tessuti di un tempo di quella che è una grande manifestazione folkloristica riconosciuta con il titolo di “Eccellenza Nazionale” e premiata “Patrimonio d’Italia per la tradizione” dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.
Museo Liberty
Il sogno diventa realtà.
Le sponde del lago d’Iseo vedono sorgere nell’antico borgo di Sarnico il primo Museo del Liberty in Italia voluto dal primo cittadino Giorgio Bertazzoli.
Critici d’arte come Rossana Bossaglia e Lara Vinca Masini avevano scritto e parlato spesso di quel felice movimento artistico chiamato Art Nouveau, ma mai come fino ad oggi nel bel Paese si è istituito un luogo aperto a tutti, dove vivere in prima persona l’epoca dorata della Belle Époque, con la possibilità di fruire dal vivo e toccare con mano litografie, mobili, oggettistica originale del periodo.
Questo stile che a inizio Novecento segnò un’estetica per l’Italia moderna trova spazio in via Antonio Buelli 25, a Sarnico, nei meandri di una torretta medioevale.
Il museo è stato pensato nell’area bergamasca perché a pochi minuti dalle Ville all’Asilo fino al Mausoleo sarnicense progettate da Giuseppe Sommaruga, protagonista indiscusso di questo stile che a ha regalato alla città una vetrina di unicità quando firmò i progetti per la famiglia Faccanoni a inizi Novecento.
Come lo stile floreale accompagnò la crisi della Grande Guerra, offrendo manufatti in bronzo ancora esposti nei Monumentali, oggi, con il dramma del virus, questo stile torna alla ribalta combattendo per imporre bellezza e trasmettere le cromie calde e linee sinuose che ritroviamo nelle maioliche, nelle litografie e negli oggetti d’arte: stimoli di gioia e vivacità negli animi speranzosi di chi resiste avvolto dalle mura delle proprie case. Si apre quindi, nel 2020, la finestra verso il Museo del Liberty in digitale – per poi aprire i battenti anche nel mondo fisico una volta superato questo difficile momento storico. Qui su Google Arts & Culture è possibile ammirare alcuni capolavori in anteprima
Google Arts & Culture è la piattaforma di Google che permette agli utenti di esplorare le opere d’arte, i manufatti e molto altro tra oltre 1800 musei, archivi e organizzazioni che hanno lavorato con il Google Cultural Institute per condividere online le loro collezioni e le loro storie. Disponibile sul Web da laptop e dispositivi mobili, o tramite l’app per iOS e Android, la piattaforma è pensata come un luogo in cui esplorare e assaporare l’arte e la cultura online. Google Arts & Culture è una creazione del Google Cultural Institute.